C’e’ chi puo’ telefonare ai guardalinee e chi no…

Napoli, processo al calcio

Tirata in ballo anche l’Inter

Al processo in corso a Napoli un ex guardalinee ha parlato anche dell’Inter. Dopo una partita con il Venezia ricevette sollecitazioni per ammorbidire il referto sull’espulsione dell’interista Cordoba: «Non cambiai la mia versione e da allora non sono più andato in Serie A

NAPOLI, 4 dicembre 2009 – Un‘Inter che faceva pressioni sui designatori Bergamo e Pairetto per ottenere favori da arbitri e assistenti. E’ questo che emerge dall’esame dell’ex assistente Mario Coppola al processo di Napoli per lo scandalo del calcio del 2006. Oggi davanti ai giudici della nona sezione penale, l’ex assistente ha parlato (“perché ora sono libero e non ci sono più minacce di ripercussioni”) di un sistema di raccomandazioni che non risparmiava nessun club di serie A. A “filtrare” le segnalazioni erano Bergamo e Pairetto perché il designatore degli assisten ti, Gennaro Mazzei, era “un prestanome, una figura modesta”. Per avere visibilità si ricorreva ai dirigenti di società, soprattutto gli assistenti. E per questo c’erano guardalinee particolarmente legati a questo o quel club. Coppola è sceso in particolari per quelli legati a Meani (ex delegato ai guardalinee del Milan) e fra questi Copelli, Puglisi e altri.

l’inter — Poi Coppola ha anche ricordato un particolare episodio legato a un’Inter-Venezia nel corso della quale Cordoba aveva colpito con una manata Bettarini mentre la palla era da un’altra parte del campo. Fu proprio il suo referto a costare due giornate all’interista. “Mi arrivò una telefonata di Mazzei che mi annunciava che la Disciplinare mi avrebbe telefonato. C’era stato il reclamo dell’Inter per ridurre la squalifica. Io avrei dovuto dire che più che una manata si trattava di uno strattonamento. Ma io non cambiai la mia versione e da allora non sono più andato in Serie A”. Coppola ha anche spiegato che la telefonata gliela fece Mazzei, ma l’input veniva da Bergamo e Pairetto.

il giallo — Il mistero è perché questa vicenda esce fuori solo oggi. “Io andai spontaneamente dai carabinieri di Roma per riferirla, ma non la verbalizzarono. Mi dissero che non interessava”. Immediata la reazione delle difese che contestano il modo in cui l’intera indagine è stata condotta. Sarà il tenente colonnello Auricchio, all’epoca maggiore, che le ha condotte a dover spiegare in aula cosa accadde.

gli altri — Oggi hanno deposto anche Luca Baraldi, all’epoca direttore generale del Parma, Giancarlo Marocchi, ex team manager del Bologna, e Fiorella Bocchini, all’epoca segretaria di Ghirelli in Figc. Baraldi ha parlato di Lecce-Parma, dell’arbitro De Santis e dello scontro che il direttore di gara ebbe con Vignaroli. Marocchi ha parlato di Fiorentina-Bologna e delle ammonizioni ai bolognesi, sempre di De Santis. Infine l’impiegata Figc ha riferito dell’agendoadi Ghirelli, in cui era annotata una telefonata al presidente dell’allora Corte di appello federale Martellino che l’accusa sostiene legata alla vicenda dei calciatori della Reggina Boudianski e Zeytulaev.

C’e’ che chi per telefonare si prende squalifiche… chi no… allora dove dovrebbe essere quello scudetto di calciopoli dato frettolosamente all’Inter da Guido Rossi e dai suoi compagni di MERENDE?