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Tavola Rotonda del DMS «La governance dei dati come culmine del viaggio verso la trasformazione digitale»

A poco meno di 20 giorni alla celebrazione del evento vogliamo parlare dell’argomento della tavola rotonda del Data Management Summit che focalizzerà l’attenzione dei partecipanti alla visione di fornitori ed esperti di Data Governance. Il Data Management Summit 2019 si terrà il 17 settembre presso l’Università di Pavia (Italia) e il 16 ottobre presso il Politecnico di Madrid (Spagna).

Non siamo nella «trasformazione digitale», dobbiamo parlare piuttosto di «abitudine all’evoluzione digitale». Perché è un processo continuo, non qualcosa di puntuale. Un processo che necessita della Data Governance così come di altri aspetti relativi ai dati (qualità dei dati, analisi dei dati, virtualizzazione dei dati, ecc.). Ripensandoci, siamo nell’era dei Metadati. Se è vero che la Business Intelligence ha cristallizzato la strategia (passando da «cosa» fare a «come» farlo), la virtualizzazione dei dati ha reso possibile liberare i dati da collegamenti fisici; la Data Governance concentrerà i suoi sforzi sui metadati. Non importa più quanti dati possiamo trattare o come li trattiamo. Dobbiamo sapere cosa dicono questi dati e chi decide cosa fare con questi dati e come.

Questo è il fulcro della tavola rotonda http://datamanagementsummit.org che sarà facilitata in Italia da Gigi Beltrame, giornalista e tecnologo, autore del libro Digilosofia, la filosofia del digitale e in Spagna da Carlos Bachmaier DPO e Ciso della Lotteria di Stato Spagnola e membro di ISACA.

 Cosa ne pensano gli esperti?

Secondo Gigi BeltrameCominciamo con il termine «digitale», che è uno dei più abusati, sfruttati e fraintesi dell’ultimo periodo. Digitale significa che una certa operazione viene effettuata attraverso strumenti che ragionano solo in termini di 0 e 1, l’alfabeto digitale. Il digitale da solo non cambia le procedure e il modo di fare qualcosa, ma ha un incredibile vantaggio rispetto all’analogico. Infatti, è perfettamente replicabile e facile da ricercare. La tecnologia digitale esiste da molti anni. Quello che stiamo vivendo è una fase diversa, tanto che abbiamo aggiunto la parola trasformazione. Le informazioni sono sempre state alla base del business, da quante uova sono state scambiate per ottenere una pelle che copre dal freddo in poi, abbiamo sempre cercato di misurare tuttoOra viviamo una fase nuova: il software non solo predice, ma con l’intelligenza artificiale prescrive cosa fare e spesso lo fa autonomamente.

«Oggi l’attenzione è sui dati, ma dovremo spostarla sugli algoritmi, altrimenti affogheremo in in chaos informativo senza precedenti. La vera sfida, in un contesto in cui il dato è commoditizzato, è sul come gestirlo. Per questo parlare oggi di Data Management è fondamentale, perché vuol dire parlare di business strategy e business management»

Secondo Gartner, «Le richieste di dati sono in costante aumento all’interno delle organizzazioni. Si va dalla richiesta di un accesso ai dati più facile e flessibile, attraverso una maggiore governance dei dati, alla speranza di poter quantificare il valore dei dati e venderli. Queste diverse aspettative di dati in un panorama di dati sempre più complesso e distribuito stanno spostando l’attenzione delle organizzazioni dalla gestione dei dati alla gestione dei metadati, sperando che se i dati sono ingestibili, i metadati saranno più facili da gestire”.

«Una cosa è certa. Avere uno strumento di Governance non è un’opzione, è una naturale evoluzione in uno scenario di molteplici fonti di dati e la virtualizzazione stessa ha incoraggiato«, afferma Michele Iurillo, Fondatore del Data Management Summit, «La Data Governance ci prepara al processo di trasformazione digitale. Poiché i dati non sono più bloccati in sistemi proprietari, né in un’unica fonte di dati o data warehouse, la complessità delle organizzazioni moltiplica la quantità di informazioni e soprattutto ora i dati sono il business.

“Viviamo in un mondo in cui i dati hanno un ruolo centrale, e lo avranno sempre di più. Da una parte i sistemi IoT ne produrranno in quantità crescente, dall’altra saranno fondamentali per “addestrare” le intelligenze artificiali. Il vero problema consiste nel fatto che troppo spesso le organizzazioni, per grandi e complesse che siano, non hanno la più pallida idea di come utilizzarli e si rifugiano nel confortevole pensiero per il quale sarà la tecnologia (di volta in volta big data, Ai, e chi più ne ha più ne metta), a risolvere il problema di cosa fare con tutti questi dati. Peccato che non sia così, e lo dimostra l’altissimo numero di progetti di data management che fallisce miseramente – afferma Stefano Epifani, presidente del Digital Transformation Institute, Direttore di Tech Economy e docente di Internet e Social Media Studies in Sapienza. – L’impatto dei dati sui processi di trasformazione digitale è oggi altissimo. Sono proprio o dati ad abilitare il cambiamento dalla dimensione e del “come” fare le cose alla dimensione del “cosa” abbia senso fare, che è il vero punto di svolta della Digital Transformation. Il fatto – continua Epifani – è che oggi l’attenzione è sui dati, ma dovremo spostarla sugli algoritmi, altrimenti affogheremo in in chaos informativo senza precedenti. La vera sfida, in un contesto in cui il dato è commoditizzato, è sul come gestirlo. Per questo parlare oggi di Data Management è fondamentale, perché vuol dire parlare di business strategy e business management”

 Data Management Summit a Pavia (Italia)

La prima edizione italiana ha il forte sostegno dell’Università di Pavia, storica istituzione con una sede storica e bellissima che si terrà il 17 settembre dalle 9.00 alle 17.30. Con un’agenda che verrà svelata nei prossimi giorni.

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 Data Management Summit a Madrid (Spagna)

Quest’anno, la seconda edizione del DMS, un evento internazionale dedicato ai professionisti della gestione dei dati, si svolgerà in Spagna il 16 ottobre presso l’Universidad Politécnica de Madrid. Il DMS è un evento chiave per CEO, CTO, CIO, CIO, business intelligence manager e data scientist che implementano, in aziende e organizzazioni, tecnologie emergenti per risolvere le sfide tecnologiche e allinearsi alle nuove opportunità di business. 

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 Informazioni sugli eventi DMS

Le sfide della BI self-service, dell’apprendimento automatico e dell’intelligenza artificiale domineranno il futuro dei dati. La conferenza permetterà ai partecipanti di immergersi nelle ultime tendenze nel campo dei dati e dell’analisi, concentrandosi sulle tecnologie emergenti che offriranno le maggiori opportunità di impatto all’interno dell’organizzazione.

L’evento è gratuito ma con posti limitati e ogni domanda sarà valutata dal comitato di ammissione formato dagli organizzatori. Le selezioni saranno effettuate utilizzando il profilo LinkedIn. Per inviare la domanda di iscrizione dei partecipanti, seguire questo link

Il programma della giornata include diverse presentazioni tecniche su Data Management, Data Governance, Sicurezza, Analytics, Machine Learning e Cloud, tra gli altri.

Per iscriversi agli eventi bisogna presentare la propria candidatura al sito http://datamanagementsummit.org

Perché Pavia?

Alcuni contributi dell’Università di Pavia al progresso dell’Umanità: il giunto cardanico, il calcolo probabilistico, l’abolizione della tortura, l’inseminazione artificiale, la misura della potenza elettrica (volt), lotta alla malaria, il parto cesareo sicuro, il pneumotorace, la cura della tubercolosi, la struttura del sistema nervoso centrale, l’apparato di Golgi, la serotonina, i premi Nobel Moneta, Natta e Rubbia e molto altro ancora.

Un impegno che prosegue ancora oggi in una università innovativa, interdisciplinare e internazionale, con:

  • 18 Dipartimenti (dalla medicina molecolare alla musicologia)
  • 86 Corsi tra Lauree triennali, Magistrali e Magistrali a ciclo unico (di cui 9 in lingua inglese)
  • 18 Dottorati
  • 6 Master in inglese
  • 15 Master di primo livello
  • 23 Master di secondo livello
  • 4 Corsi di perfezionamento/aggiornamento
  • 44 Scuole di Specializzazione
  • 70 Centri di ricerca
  • 3 Ospedali di ricerca (San Matteo, Mondino, Maugeri)
  • La sede dell’Istituto Universitario di Studi Superiori
  • 25.000 Studenti nazionali e internazionali
  • 20 collegi istituiti dal 1561
  • 9 musei
  • 30 biblioteche
  • 3.000 borse di studio e fondi speciali a sostegno degli studenti di paesi in via di sviluppo
  • Oltre 800 partnership internazionali
  • Oltre 700 accordi di scambio Erasmus e 300 per Erasmus Tirocinio

Menzione a parte merita la Laurea Magistrale MIBE, che ha un percorso in «Digital Management» e che attira studenti da tutto il mondo (https://mibe.unipv.it/).

Il tutto a Pavia, una delle più belle città italiane, dove in un’area di circa un miglio di diametro, chi frequenta l’università può godere di straordinarie opere d’arte, di natura e sport, di tutte quelle meraviglie che caratterizzano la cultura, l’artigianato, il cibo italiano ma anche di campus, centri di ricerca all’avanguardia nella medicina, nello studio dei terremoti, nella fisica nucleare, e altri temi di frontiera. In breve un “miglio d’oro della conoscenza.”

Contatti

Michele Iurillo (michele.iurillo@synergo.es)

Gigi Beltrame (Gigi@businesscommunity.it)

Principales Retos asociados al Gobierno y la Gestión de los Datos

Siguiendo el consejo que me dió el otro dia un asistente en la mesa redonda “GRC y Data Governance” organizada por el Chapter de ISACA de Madrid, voy a exponer en este artículo mi intervención y mis ideas sobre la Data Governance. El pasado 21 de marzo, celebramos el II Congreso de Auditoría & GRC en el Auditorio Bankia de Madrid. Con 325 asistentes más otros 130 que siguieron el congreso vía streaming, fue un verdadero éxito, que superó todas expectativas. La jornada fue muy interesante y de la mano di Carlos Bachmaier se organizó una muy animada e entretenida mesa redonda con el título: Principales Retos asociados al Gobierno y la Gestión de los Datos.

Algunos flashes y pensamientos:

  • Si es verdad que el 75% de los activos de las empresas Standard&Poors no son físicos: ¿De que estamos hablando? De Datos! Que seria de empresas como Booking, AirBNB, Facebook sin sus datos (y los nuestros) esto es motivo más que suficiente para entender la importancia de Gobernar el Dato.
  • Ahora más que nunca el dato no es una opción es el negocio!
  • No estamos en la “transformación digital” no se trata de algo que llega y al que hay que adaptarse se trata de hablar de “hábito de evolución digital”. Porque se trata de un proceso continuo no de algo puntual. Un proceso que necesita la Data Governance de la misma forma que necesita otros aspectos relacionado con los datos (Data Quality, Data Analyzing, Data Virtualization, etc.
  • Estamos en la era de los Metadatos. Si es verdad que la Inteligencia de Negocio ha cristalizado la estrategia (pasando de “qué” hacer a “como” hacerlo), la Data Virtualization ha permitido liberar los datos de vinculos fisicos; la Data Governance va a focalizar sus esfuerzo en los metadatos. Ya no importa la cantidad de datos que podamos tratar ni como lo tratamos. Necesitamos saber que estos datos dicen y quien decide que digan algo.
  • Sin Data Governance no existe el Data Management, es la visión de DAMA y lo comparto completamente.
  • No hay que pensar la Data Governance solo para un tema de compliance y regulaciones. El GDPR y el RDA han sido un buen argumento para dotar las grandes corporaciones con suites de Data Governance, pero el mid-market también necesita sacar provecho de sus datos y gestionar los metadatos de forma eficiente.

Estamos en la era de los Metadatos. Si es verdad que la Inteligencia de Negocio ha cristalizado la estrategia (pasando de “qué” hacer a “como” hacerlo), la Data Virtualization ha permitido liberar los datos de vinculos fisicos; la Data Governance va a focalizar sus esfuerzo en los metadatos.

Pregunta 1: ¿Qué es…el gobierno y gestión del/los Dato(s)?

Hoy en día se habla mucho de Data Governance, casi siempre el enfoque cae en dos aspectos básico: la compliance con la legislación vigente y futura, y la seguridad. ¿Pero es realmente solo esto? La verdad es que hay bastante más.

Si seguimos el enfoque de DAMA sobre el Data Management, la Governance es el elemento central. No hay Data Management sin ella. No podemos prescindir de ella. Por esto quizás deberíamos conocerla un poco más.

Según un estudio de Microsoft y EY la Governance es crucial para el desarrollo de la Inteligencia Artificial: “El gobierno de datos no es una tarea insignificante. Uno de los mayores obstáculos para las empresas de los datos es la gobernanza, en particular, quién es el propietario, cómo son los datos cómo acceder a ella, y quién puede acceso son todas preguntas esenciales cuando se trabaja con Inteligencia Artificial.” (desde Artificial Intelligence in Europe How 277 Major Companies Benefit from AI Outlook for 2019 and Beyond)

¿Qué aporta? ¿Qué resuelve?

Antes de todo la Gobernanza del Dato nos prepara en el proceso de transformación digital. Ya que los datos ya no están encerrados en sistemas propietarios, ni tampoco en una única fuente de datos o data warehouse, la complejidad de las organizaciones multiplica la cantidad de informaciones y sobre todo ahora el dato es el negocio.

¿En qué se diferencia de otras metodologías?

Más que una metodología es una obligación dentro de las empresas que entienden que su ventaja competitiva reside en los datos. Normalmente tiene su entrada en las grandes empresas por temas relacionados a la compliance para quedarse como herramienta fundamental.

¿A que se aplica?

La Data Governance nos ayuda en la toma de decisiones eficientes ya que rende la información creíble y segura. ¿Que es margen bruto? ¿Como se calcula? ¿Dónde encuentro este dato? ¿Cuales fuentes me aseguran este dato? ¿Quien ha modificado este medida?

¿Gobierno? ¿Gestión? ¿Dato? ¿Datos?

Sin una herramienta de orquestación o de Gobernanza de Datos es realmente difícil poder cumplir de forma fehaciente con las regulaciones (GDPR, RDA) siempre más restrictivas (justamente) y con el cometido del data-driven. Y no hay que olvidar que es cada vez es más fácil cambiar de plataforma tecnológica o trabajar con varias al mismo tiempo. En cualquiera de los dos escenarios, es fundamental controlar los activos de información con una visión unificada. Nos hace falta hacerlo en la totalidad de los datos si mantenemos una gestión eficientes de los metadatos y hay muchas herramientas para ello.

¿existe como disciplina?

SI y tiene que ser algo central dentro da la organización de los datos.

¿está definida y los expertos tienen una visión coherente?

Claro que Si. Los expertos tienen una visión coherente y precisa, el problema es transmitir esta visión y estas buenas prácticas dentro de las empresas. Hay muchas herramientas pero el problema no es la plataforma tecnológica sino la mentalidad. Es un problema de cultura dentro de las empresas.

¿está viva? ¿se emplea? ¿se compra?

Está viva, se emplea y se compra ahora y se comprará sobre todo en este 2019

¿está denostada?

No está plenamente reconocida como un activo fundamental dentro de las empresas. Dentro de poco los “bichos raros” serán aquellos CIO o CDO que no tienen una política de Data Governance.

Vivo en el futuro y esto es lo que hacemos con los datos. Horizonte 2030

Como acto central del Data Management Spain Summit 2018 en la UPV de Gandia he tenido el honor de participar en una mesa redonda con diferentes expertos del sector.

Aquí he querido resumir mi intervención. El moderador Esteban Rodrigo nos ha pedido una proyección y un esfuerzo en pensar de qué forma los datos van a influir en nuestras vidas en el futuro. Aquí he querido anotar algunos puntos de mi intervención ya que el moderador nos ha pedido tres argumentos.

Reconocimiento Semántico, Chatbots y Domótica

Quizás porque vivo solo, o quizá porque soy un fan de las nuevas tecnología desde algunos meses soy un feliz usuarios de “Google Home” este aparatito que te escucha y te contesta. De momento tiene muchas limitaciones pero el potencial de todo esto es brutal. Ya ni siquiera necesitamos teclear algo “Ok Google”, “Siri dime que”, “Alexa dónde está..” El potencial de estos instrumentos me hace entender que en el 2030 estaremos rodeados de aparatos que, como el genio de la lámpara, van a poder asistirnos en todo. Sobre todo la personas mayores van a poder aprovecharse de esta tecnología, la domótica puede por fin despegar, tu vivienda, tu coche, tu despacho pasa a ser algo activo. La velocidad de procesamiento y la facilidad de encontrar informaciones de forma muy rápida van a dibujar un futuro lleno de datos, de controles, de chatbots. Quizá podamos vivir más plenamente nuestro tiempo libre o quizá no tengamos más tiempo libre. Hablaba de todo ello la semana pasada con Andres “Chatbot” Pulgarin (https://www.linkedin.com/in/andrespulgarin/) verdadero experto en Chatbot que me comentaba que están en un proceso con un importante fabricante de aviones para que todo el mantenimiento de los aaparatos se haga con controles vocales en vez de manuales escritos. Será suficiente llamar y pedir “estoy en el avión modelo x del año ¿donde puedo encontrar el sistema de refrigeración?” y en décimas de segundo el chatbot indicará cuántos pasos se tienen que hacer para dirigirse en la zona, cuales paneles desmontar etc. y dejando al final de todo el proceso un log con lo que se ha pedido por parte de quien y en qué avión”. En el 2030 con el reconocimiento vocal semántico,  la potencia de procesamiento y la gran cantidad de informaciones disponibles las máquinas van a darnos respuestas incluso filosóficas basándose en Aristotele o Heidegger. Vamos a ser testigos de una nueva ontología del lenguaje cibernético. Las acciones siguen las palabras pero esta vez las palabras no serán de seres humanos.

2 – Virtualización de Datos Total

Aunque se ha intentado reglamentar en estos años el uso de los datos con regulaciones restrictivas, el Big Data permite analizar metadatos y comportamientos sin que esto afecte a la privacidad de las personas. La suma de grandes cantidades de datos nos va a permitir estudiar patrones. Las empresas en el futuro se intercambiarán datos “no sensibles” para poder crear valor añadido a esta información. Para todo ello la tecnología de punta va a ser la Virtualización de datos que va a permitir tratar los datos sin moverlos de sus fuentes. En el 2030 compras y alianzas de empresas se van a desarrollar en función de los datos que tienen en su posesión. Las relaciones y las informaciones van a ser más importantes de las transacciones. La análisis predictiva se alimenta de grandes cantidades de datos, ya hoy en día algunos sitios web entienden el embarazo de una mujer antes que ella misma lo sepa simplemente analizando sus compras.

3 – Inteligencia Artificial las máquinas nos escuchan

Chatbots, Sensores, IoT van a generar un montón de aparatos inteligentes, no serán sólo los ordenadores y los móviles, cualquier máquina va a poder interactuar con nosotros. Neveras, Microondas, las luces del comedor, el aire acondicionado, la calefacción, la regadera automáticas serán máquinas que escuchan a nosotros y al entorno y que actuarán de consecuencia. Usaremos lenguaje natural. Ya hoy mi reloj me ha dicho dos veces que tengo que moverme de aquí. Y aun no estamos en el 2030 cuando directamente la silla me levantará para obligarme a hacer mis entrenos de Triatlón aunque no tenga gana.

Tampoco voy a poder excusarme diciendo que llueve porque mi reloj sabe que no es cierto.

Hit Refresh, cuando la cultura de una organización es la base de su futuro

Hit Refresh habla sobre la transformación que está ocurriendo dentro de Microsoft y sobre la tecnología que pronto afectará a todas nuestras vidas: la llegada de la ola de tecnología más emocionante y disruptiva que ha experimentado la humanidad: inteligencia artificial, realidad mixta y computación cuántica.

Lo admito he crecido odiando Microsoft y todo lo que representaba. Se debía sobre todo por el hecho de tener en mi primeras etapas ordenadores de la competencia o que tuvieran una filosofía completamente diferente a la de Microsoft. Cuando hablo de aquellos tiempos acababa de nacer Windows y yo estaba perdido en lineas de codigos de ordenadores Amiga o Mac.

Desde una década he apostado por Linux para la productividad por diferentes razones, pero las cosas cambian y las empresas también. Bill Gates y Paul Allen han encendido una chispa hace muchos años, no eran mis ídolos ya que me decantaba más por Jay Miner y R.J. Mical y el ahora tan idolatrado Steve Jobs que en su dia salio de Apple para fundar Next (El cubo, ¿os suena?). Es la prehistoria de un chico que tenía un Z80 con CP/M. En los 90 he sido periodista de revistas de informática en mi país de origen Italia y llegué hasta en convertirme en persona no deseadas por los relaciones públicas de la casa de Seattle debido a mi extremismo en condenar las políticas proteccionista y sin escrúpulos de Microsoft.

Microsoft no es la que era…

Y lo digo con un afán super positivo. Si miramos su posicionamiento ahora y su cambio de cultura sobre todo después de la llegada de Satya Nadella entendemos muchas cosas. Nuevos productos, nuevas aperturas y sobre todo una nueva misión que se refleja perfectamente leyendo “Hit Refresh”, si aun no lo habéis hecho os recomiendo la lectura de este libro que aunque a algunos parezca un panfleto auto celebrativo para mi es de lo mejor que he leido ultimamente en tema empresarial. En mi pasado de consultor estratégico he estado alimentándome de cultura empresarial y valores auténticos. He mejorado como profesional y como ser humano teniendo la suerte de tener cerca mentores, colegas y sobre todo líderes que siempre se han creído que la “misión” no es algo que tiene que publicarse en algún lugar del despacho o en la web sino algo que guia la cultura de una empresa hacia el éxito.

Leyendo como Satya ha ido construyendo una nueva cultura en Microsoft me ha fascinado y me ha hecho entender porque veo la empresa de Seattle bajo una nueva perspectiva. Hablando de sus productos (que quizás habría que empezar a llamar servicios) no puedo no admirar la trayectoria imparable de SQL hoy líder absoluto de mercado o de Azure la apuesta tardía pero certera de Microsoft para la nube. Aquel consultor de estrategia que ha encontrado en la Business Intelligence la solución para pasar de “que hacer” a “como hacerlo” (es de Jack Trout, pero explica muy bien que es la BI) no puede no quedar atónito delante de la solución completa que hoy en día Microsoft propone con SQL, Analysis Services, Reporting Services, Integrations Services y sobre todo con el mejor front end posible para todo esto Power BI.

Microsoft abre al mundo Linux

Hace algunas semanas pude hablar amablemente con dos importantes product managers de Microsoft que se dedican a la versión Linux de SQL y esto igual os parece algo normal, pero no tenía nada de normal hasta muy poco. La nueva Microsoft colabora con Apple porque ha entendido que lo que importa es mejorar la experiencia del usuarios en cualquier dispositivo sin restricciones y sin compromisos. Ha entendido que el largo plazo y el rediseño de su misión pasa por no encerrarse y mirarse al ombligo. Una gran lección que hace de Satya un gran Ceo para la nueva etapa de Microsoft.

Quitando quizá algún episodio anecdótico de poco calado en término general cada página es apasionante y sobre todo resulta ser una confirmación de algo que venía mirando desde fuera como mero observador. Puedo decir que me gusta Microsoft aunque de momento no vaya a desarrollar PowerBI de forma nativa para Linux y me está forzando en usar máquinas Azure para mi cometido con los clientes (esto si, mi portatil sigue con Mint) pero no pierdo la esperanza de ver un cambio en el futuro. Una empresa que invierte en Minecraft, que se hace con Linkedin y que abre a todas las tecnologías para mejorar la experiencia del usuarios, una empresa que hace hackaton, que lanza mejoras semanales en PowerBI puede hacerlo todo.

La nueva misión

Si Paul Allen había entendido la importancia del hardware y Bill Gates la fuerza del software, Satya entiende que ahora la computación es algo distribuido y el nuevo horizonte es el potencial que los datos pueden desencadenar. De «Una computadora en cada escritorio y en cada casa (1977)” Microsoft se encuentra con una nueva misión “Una nube para todos en cada dispositivo (2016)”. Cloud First (la nube primero) es una nueva contraseña que se oye en todas las oficinas Microsoft del mundo.

“En el fondo, Hit Refresh se trata de nosotros los humanos y de la cualidad única que llamamos empatía, que será cada vez más valiosa en un mundo donde el torrente de tecnología interrumpirá el status quo como nunca antes».

El rey de la nube

Amazon ya no es el rey de la nube como siempre pasa a los “first mover”. Se encontró con un mercado cubriendo una exigencia interna, y aun así ha creado una demanda y un negocio fundamental, Google está poniendo todo su músculo en ello. Sin embargo, los clientes empresariales que se adentran cada vez más en la nube como la base de la transformación digital están viendo cada vez más la nube en múltiples dimensiones interdependientes: aplicaciones elegantes, potentes y modernas que gestionan la economía global; plataformas que proporcionan a las empresas una mayor flexibilidad, agilidad y seguridad de TI de lo que nunca se habían imaginado; e infraestructura central con niveles de rendimiento en alza y precios a la baja tan extremos que son difíciles de comprender. “Ninguna empresa de cloud en la Tierra se alinea más precisamente con ese nuevo modelo que Microsoft, y bajo la dirección de Nadella, ninguna empresa ha hecho y está haciendo más para seguir impulsando la POV centrada en el cliente y el potencial del cloud computing empresarial.” (cit. Forbes).

Las C de Ceo es Cultura

Esta frase de Satya me dejó impresionado, porque concordo plenamente que el Ceo es el guardián de la Cultura de una empresa. En el momento de tomar decisiones importante alguien dentro de la empresa tienes que preguntarse si las futuras acciones son accordes al alma y a la cultura de la empresa. Es algo que no podemos preguntar a los accionista. Hesse decía que no es lo mismo mirar un bosque como guardabosque, como propietario o como viandante. Se trata de muchos alberos pero hay quien vee madera, quien ve algo de proteger y quien simplemente disfruta paseando. El Ceo es el Guardabosque.

Cuando te concentras en la misión y la cultura dentro de una empresa, cuando te pones a reflexionar sobre lo que realmente quieres aportar a la sociedad empieza un recorrido lleno de insidias y de momentos de euforia mezclado con momentos de profunda amargura. Se trata de encontrar el equilibrio personal y meterlo a disposición de la organización. El leader es el primero que tiene que hacerlo para luego poder inspirar y guiar el resto de las personas de su entorno más próximo, para luego poco a poco accionar un despliegue importante hacia el resto de la organización. A veces algunos se resisten y tienen que abandonar la compañía otros se reconducen hacia el camino pero los más inquietos van a ser el motor del cambio. Decía un colega mio hace unos años “dejarme 15 personas inquietas dentro de una gran empresa y voy a poder reorientar toda la estrategia de una gran corporación”. Esto es cierto si ponemos la cultura a la base de todo y es lo que Microsoft está haciendo. Satya está cambiando la piel de esta grande empresa que ya no se mira con recelo sino más bien con admiración.

https://www.harpercollinsiberica.com/harpercollins/no-ficcion/pulsa-actualizar-detail

Por fin mi libro en Venta: Downshifting Decrecimiento y Empresa Desestructurada

Hace unos cuantos años, un amigo me dijo «He leído un libro fantástico de Simone Perotti.. Adesso Basta» es increible, es como si lo hubiera escrito tu, habla de todo lo que nos dices continuamente cuando salimos a tomar algo». Porque yo siempre lo vi claro. Que el trabajo es un medio no un fin, que hay que vivir haciendo lo que uno sabe hacer mejor y no pueden encerrarme en un despacho para media vida con gente que a menudo no aprecio. Compré el libro de Simone y lo ley en dos noches. Pensé con mucha modestia, que podía intentar escribir yo un libro no solo sobre Downshifting sino también sobre las absurdas teorías económicas del crecer por crecer. Siendo fan de Serge Latouche de Ivan Illich pense en hablar también de decrecimiento y convivialidad. Todo esto… añadiendo como tienen que cambiar las empresas para un nuevo paradigma, «Human Centric», la experiencia de Synergo! (no del todo positiva) me ha enseñado que se puede desestructurar una empresa y poder aportar mucho valor a la sociedad.

Hoy 3 de Febrero mi libro esta por fin en venta

En Amazon

En Google Play, Libros

En La Casa del Libro

En StreetLib

En KoboStore

Voy a producir unas cuantas copias de Papel.. si os interesa el precio será algo mas… 

 

Nueva vida en Menorca

Empiezo de nuevo, una nueva vida, ya lo hecho otras veces, pero esta vez siento el peso de no haber podido cumplir un sueño. Un sueño que he estado construyendo junto a otra persona que ha decidido quedarselo para ella sola y desecharme. No pasa nada. La vida tiene más fantasía de nosotros y ahora me encuentro nada menos que en Menorca con gana de construir un sueño nuevo, no importa si esta vez lo tenga que hacer solo. Lo haré. Sigo teniendo Llanes y Asturias en mi corazon, este olor a eucalipto que se aproxima por la noches, este aire que el Cuera a veces tapa con su manto verde, el ruido del Cantábrico que te recuerda que la mar es algo que hay que respetar en cada momento. Hace un año nadie me hubiera dicho ni convencido que ahora estarías a miles de kilómetros de mi casa de San Roque pero… Pero ahora desde mi pisito de S’Algar veo el Mediterráneo, las palmeras, los amaneceres en la mar desde mi ventana y un faro por la noche. Vuelvo a vivir sin chimenea ni calefacción como en mi etapa en Valencia.

Menorca, un lugar precioso, con un clima ben diferente, disfruto cuando por la mañana voy corriendo por el “Cami de Cavalls”, disfruto aún más con mis bicis aunque necesito mejorar mi técnica en la bici de montaña porque aqui es toda roca pura. Desde que estoy aquí ya he podido hacer mas de 400 km en Bicicleta y en una sola semana, me reservo siempre dos horas por la tarde para ir y descubrir la isla, poco a poco. He recorrido el Cami d’en Kane casi en su totalidad, he estado al faro de Cap Cavalleria y espero pronto de poder llegar hasta Ciudadela. Es una isla pequeña pero hay tanto que ver.

Y yo tengo mucho tiempo. Trabajo mucho pero la soledad me acompaña siempre. Aprovecho para leer, vivir, reflexionar, hacer deporte, llenar el día quizá me ayude a llenar el Corazón. Pero soy un animal social y al final voy a tener buenos amigos, tengo muchos en otros lugares donde he vivido, donde he soñado, cada encuentro es algo especial, cada persona puede darte mucho. Me gusta definirme un “artesano del encuentro” un “granjero de relaciones”, aquí en la isla estoy encontrando gente muy interesante.

Estoy leyendo dos libros en Italiano uno es Rais de mi amigo Simone Perotti, otro downshifter que ha encontrado su dimensión en la mar y en la escritura, es un libro de aventuras, con un pirata, una espia y una mujer condenada a vivir esperando en una isla. Todo ello en un periodo histórico muy interesante que sempre me ha fascinado, estoy hablando del descubrimiento de américa y del famoso mapa de Piri Rais que es el centro de este cuento que acabaré pronto.

El otro libro es del maravilloso Chuck Phalaniuk: Romance. Cuentos de desesperación, relaciones al límite con este gran estilo que me fascina desde “Fight Club”.

Los libros son compañeros, he tenido que dejar unos cuantos en Llanes, no me cabían en el coche y no quería tirarlos, asi que deje tantos piececitos de mi a los amigos, lo mismo hice con los CD de musica que estan en buenas manos. He podido salvar unos pocos y he podido llenar la pequeña librería de este pisito turístico que va a ser mi nueva casa.

Estas son mis reflexiones de hoy os dejo con una citación de Chuck “El futuro que tendrás mañana no será el mismo futuro que tenías ayer.” y esto es tremendamente cierto.

Business Intelligence: Presente y Futuro

En otro articúlo hablamos tendencias y recomendaciones de los expertos BI analizando diferente estudios y publicaciones sobre este fascinante argumento. Hoy me quiero centrar en los nuevos enfoques.

Se prevé que los ingresos globales en el mercado de inteligencia de negocios (BI) y analítica alcancen los USD 16.900 millones en 2016, un aumento del 5,4 por ciento a partir de 2016, según el último pronóstico de Gartner, Inc.

A medida que el análisis se ha vuelto cada vez más estratégico para la mayoría de las empresas y central para la mayoría de los roles empresariales, cada negocio es un negocio analítico, cada proceso empresarial es un proceso analítico y cada persona es un usuario analítico.

Cambio de enfoque: Procesos de BI no Proyectos

Ya no se habla de un proyecto de Business Intelligence sino de un proceso de Inteligencia de Negocio. Las empresas ya no pueden prescindir de estas herramientas para entender sus datos.

En otro articulo hablamos de como las empresas tienen que cambiar su “mentalidad” sobre los datos. Estos tienen que fluir y son un dominio de todos los departamentos y no solo de IT o de Gerencia. Una vez garantizada la seguridad de los datos sensibles (sobre todo a raiz de la nueva normativa GPRD) y una vez garantizado el acceso libre a datos departamentales va a ser posible traer un beneficio solido a la información. La figura del CIO está suplantando la del Director de Sistemas a la hora de decidir la governance de los datos y esta es una buena noticia. El tanto auspicado BI de Autoservicio se hace realidad.

En los últimos cinco años, ha habido un cambio hacia la creación de software de inteligencia empresarial que ofrece simplicidad y facilidad de uso para los miembros del personal en toda la empresa. En el proceso, un ejecutivo de datos, un gerente de ventas o el jefe de marketing puede comenzar a analizar los datos en minuto.

“Descubrimiento de datos” es el término usado para describir el acto de descubrir oportunidades que están ocultas en los datos contenidos en los sistemas empresariales de la empresa.

El descubrimiento de datos no trata sólo de informes, sino de seguir su línea de pensamiento a través de todos sus datos, incluidas las cuadrículas, las visualizaciones y los cuadros de mando.

Otro cambio en la inteligencia de negocios puede verse en la rápida disminución de los costos. Hoy en día el software de inteligencia de negocios es significativamente más barato y cada dia lo es más gracias a la combinación de Cloud + Saas (pago por uso). Hubo un periodo que la BI era algo muy técnico y tenia un nicho de mercado muy concreto. Hoy con la llegada de los grandes (en concreto PowerBI de Microsoft) y las nuevas tecnología que van más allá de los cubos OLAP algo distinto se mueve.

La integración de un paquete de inteligencia de negocios ya no requiere el uso de consultores caros y, a menudo, no se necesita hardware físico. Hoy en día el BI se ejecuta en la «nube». La virtualización y el Cloud han creado nuevas tecnologías como los llamados: LDW (Logical Datawarehouse), y esto lo cambia todo.

Para aquellos que trabajamos en proyectos de inteligencia de negocios desde 10-15 años, nos acostumbramos a proyectos complejos con tiempos de implementación largos. Hemos pasado por algunos fracasos debido a reporting sin sentidos con datos sin normalizar. Hoy el tiempo de implantación de una solución BI es de un par de semanas… Puede ser algo menos si la empresa sabe lo que quiere y si existe ya un DW consolidado.

Los analistas de Gartner afirman que hay una preocupación creciente con respecto a los beneficios de los informes de autoservicio (tiempo y eficiencia) en comparación con los informes basados en la tecnología de la información que tienen medidas de governance en vigor. Las empresas tendrán que asegurarse de que sopesan los beneficios de un fácil acceso a los datos en lugar de implementar una estructura de gobierno que proteja al negocio de fugas de datos o informes inexactos. Confiar de tu gente y permitirle que manejen informaciones sensibles es el primer paso para crecer como empresa y como profesionales sin olvidarse del GPRD

Inteligencia de Negocio Colaborativa

La colaboración a través de herramientas de inteligencia de negocios ha evolucionado mucho en los últimos años. Colaborar significa tener enfoques diferentes para diferentes personas. Para algunos, se trata de enviar informes por correo electrónico, agregar notas y anotaciones contra informes, para otros hacer disparar determinados procesos en el momento de no alcanzar algún indicador. (BI + BPM = Negociatica) Ahora todo se puede vincular fuertemente con los beneficios del negocio, ya que el personal no solo analiza los datos, sino que está utilizando los datos para aumentar el valor del negocio. La BI genera ventaja competitiva. La colaboración será mucho más prominente en los próximos años.

«Una organización colaborativa desbloquea el potencial, la capacidad y el conocimiento de cada empleado, generando así valor, innovación y mejorando la productividad en su lugar de trabajo.» – Deloitte Access Economics

Análisis Avanzados y Predictivos… en serio

Los análisis avanzados y predictivos permiten a una empresa utilizar datos pasados para predecir la probabilidad de acciones futuras por parte de los consumidores. Análisis avanzados y predictivos. Pueden ser utilizados para realizar un análisis de la cesta de la compra para la optimización de la venta al por menor o del beneficio (vender los productos correctos en el precio correcto a las personas correctas).

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Downshifting y Alimentación

 

¿Porque el Downshifting es saludable? Tener más tiempo quiere decir también cambiar nuestra alimentación evitando los alimentos procesados y utilizar los alimentos frescos. Más tiempo quiere decir hacer la compra leyendo las etiquetas de los productos. Más tiempo quiere decir preparar los alimentos en casa con la pareja o en compañía de un buen disco.

Las prisas, las colas, las ofertas, la publicidad focalizada a la compra por impulso son los ingredientes que nos están acortando la vida. Puedo hablar de mi propia experiencia. Aunque no sea justo ni correcto es algo que he vivido y quiero compartir con más gente posible. Hace unos 10 años pesaba unos 55 kg más de ahora. Todo eran cenas y comidas de empresa, desayuno de trabajos, reuniones de días, ansiolíticos por la noche. En mi mesilla siempre había un anti ácido e iboprofeno. Mis análisis de sangre eran un desastre, trigliceridos fuera de control, colesterol de campeonato, amilasa a nivel estelar, hígado hinchado, una barriga que me tenia que llevar a todas partes. No podía casi andar y tenia que sentarme cada 100 metros. No hacia movimiento, no hacia deporte. La excusa era no tener tiempo, la verdad es que no tenia ninguna gana de hacerlo. Entonce tenia poco tiempo para comprar y cocinar, esto se traducía en un verdadero abuso de la comida pre cocinada y de productos que tenían de todo meno que una aportación equilibrada de alimentos. Ademas si vas al supermercado en las horas que el trabajo te deja, o sea a ultima hora, el ejercicio de la compra se traduce en un momento de estrés donde no tienes tiempo de reflexionar y mirar las etiquetas porque la gente te empuja con sus carros para tirarse sobre la ultima oferta 3×2. Comprar mal, quiere decir gastar más dinero o comprar alimentos que van a caducar y que dejaremos aparcados en la nevera hasta que se cubran de moho y tengamos que tirarlo insultando una vez más toda aquella gente que cada día no tienen de que alimentarse.
El supermercado es un conglomerado de ofertas, como la gente tiene meno tiempo para ir haciendo una compra inteligente se ha decidido meter todos los productos en un mismo lugar. Pero no es todo, las grandes y medias superficies han acabado con el comercio tradicional y sano, para dar paso a un ejercito de empleados no especializados y mal pagados, uniformados y pocos motivados. Re-ponedores, que aunque hagan su trabajo concienzudamente, no tienen idea de lo que realmente están vendiendo. Y no es todo, empresas como Mercadona chantajean los productores con sus marcas blancas dando mucho trabajo a cambio de contratos muy discutibles. Pero claro, ¿cuantos puestos de trabajo ha generado Mercadona? Directos e indirectos… Muchísimos… Pero cuantas tiendas de barrio han tenido que cerrar debido a su llegada… Muchas más.

Hay libros que te cambian la vida…

Un día me tope con un libro que hablaba de alimentos aconsejados y desaconsejados dependiendo del grupo de sangre. Este libro de Peter d’Adamo cambio mi forma de pensar en la alimentación. Hoy en dia con 55 kg menos y la capacidad de sentarme en una bici y hacer 100 km sin problemas estoy bastante mejor puedo decir que hace 10 años estaba más viejos de 10 años de cuanto lo estoy hoy. (o sea que a los 40 tenia 60), solo siguiendo unas pautas de alimentación. Sin entrar en el merito de lo que dice este libro, que aconsejo de todas formas a quien aún no haya entendido que somos lo que comemos, mi físico ha cambiado y mis análisis parecen las de otro.
El Doctor Peter D’Adamo y su padre James realizaron estudios con miles de pacientes desvelando la importancia del grupo sanguíneo de cada persona en su vida. Lo que no quedaba claro a ellos es que algunos régimen alimentarios funcionaban en uno y en otros no.
A través de la observación durante años y el estudio sistemático de numerosos pacientes, comenzaron a aparecer pautas. Observó que cada grupo de pacientes pertenecientes a diferente grupo sanguíneo no respondía de una misma manera a las diferentes pautas alimentarias a las que eran sometidos. Cuanto más se analizaban los diferentes grupos sanguíneos, más convencidos estaban que cada uno de ellos seguía una pauta diferente para la salud. En concreto algunos alimentos tenían reacciones adversa en unos y en otros no.

“El grupo sanguíneo es la llave que abre la puerta a los misterios de la salud, la enfermedad, la longevidad, la vitalidad física y la fuerza emocional. Su tipo de sangre determina su susceptibilidad a la enfermedad, los alimentos que usted debería comer, y cómo debería practicar ejercicio. Es un factor clave en sus niveles de energía, en la eficiencia con que usted quema las calorías, en su respuesta emocional al estrés y quizás incluso en su personalidad.”.

Más tiempo para pensar sobre lo que como y sobre todo más tiempo para estudiar un poco y descubrir cosas muy impactantes. Aquí os relato lo que he descubierto teniendo más de tiempo a mi disposición para leer las etiquetas e informarme concienzudamente, antes de tirar los productos al carrito

Sabores Artificiales: son compuestos químicos formulados en un laboratorio y no ofrecen ningún contenido nutricional. Se pueden encontrar en casi todo: dulces, cereales, yogur y sopas. Los efectos que pueden causar son: neurotoxicidad, toxicidad de órganos y cáncer entre otros.

Harinas: Gluten o no, las harinas de hoy no son la de antaño ya que están blanqueada e enriquecida. Para “enriquecer” le añaden niacina, tiamina, riboflavina, ácido fólico y hierro, pero les quitan otros nutrientes durante el proceso de refinamiento. A la harina enriquecida le han agregado unos cuantos nutrientes después de quitárselos a través de un proceso químico por eso no contiene suficientes nutrientes para hacerla un alimento sano.
La harina blanca producida a nivel industrial es casi puro almidón, y solo contiene una pequeña fracción de los nutrientes del grano original. Además, los tratamientos químicos en el grano dan como resultado la formación de aloxano –un veneno utilizado en la industria de la investigación médica para producir diabetes en ratones sanos. El aloxano causa diabetes al hacer girar enormes cantidades de radicales libres en la células pancreáticas beta, destruyéndolas. En pocas palabras cuanto más fina y blanca es la harina, menos fibra, vitaminas y minerales contiene.

Azúcar: Es la principal fuente de calorías en muchos países, se encuentra en refrescos, zumos de fruta, bebidas deportivas y en casi todos los alimentos procesados desde patatas fritas hasta quesos.
El azúcar blanca es una sustancia química pura y no se puede considerar como un alimento, ya que es extraída de fuentes vegetales como la caña de azúcar o la remolacha, a las cuales se les extrae el jugo eliminando toda la fibra y las proteínas que forman el 90% de dichas plantas.
Para dejar limpio el líquido que contiene el azúcar se produce una reacción alcalina matando prácticamente todas las vitaminas, esto se hace añadiendo cal viva y luego se le añade dióxido de carbono para acelerar la cal, y sulfato de calcio y ácido sulfúrico para decolorar y dejar casi blanco el producto final.
El azúcar refinada no tiene proteínas, ni vitaminas, no tiene minerales no tiene enzimas, no tiene micro elementos, no tiene fibra, no tiene grasas y no es de ningún beneficio en la alimentación humana. Pero durante su refinado viene a contacto con muchisimas substancias que no son beneficiosas para nuestra salud. A nivel personal intento usar la miel ecológica como edulcorante y después de un periodo de adaptación hoy es prácticamente normal para mí.

Glutamato Monosódico (Umami GMS): Es saborizante natural, extracto de levadura, guanilato de disodio, proteína texturizada y muchos más, no es un nutriente, ni vitamina ni mineral, su valor nutricional es nulo. La parte nociva es el Glutamato, que es un derivado de maíz, melaza o trigo que es desglosado hasta convertirlo en un cristal. Muchos científicos piensan que podría causar desórdenes neurológicos como migrañas, ataques, infecciones, ciertos tipos de obesidad, Enfermedad de Parkinson, enfermedad de Alzheimer y la enfermedad de Huntington. En términos químicos el GMS contiene un 78% de ácido glutámico libre, 21% de sodio y hasta 1% de contaminantes. El GMS “engaña” a nuestro cuerpo haciéndonos creer que la comida sabe mejor, más sana y más rica en nutrientes. Para evitar consumir GMS es imperativo consumir productos orgánicos y dejar de consumir alimentos procesados.

“El glutamato tiene una larga historia en la cocina. Las salsas de pescado fermentado (garum, garo), ricas en glutamato, se usaban ya en la Roma antigua. A fines del siglo XIX, el chef Auguste Escoffier, quien abrió el restaurante que fue considerado como el más glamuroso, costoso y revolucionario en París, creó comidas que combinaban el sabor umami con sabores dulces, ácidos, amargos y salados. Sin embargo, no conocía la química detrás de esta característica tan particular.
El sabor umami no fue identificado propiamente hasta que en 1908 el científico Kikunae Ikeda, profesor de la Universidad Imperial de Tokio, descubrió que el glutamato era el responsable de la palatabilidad del caldo del alga kombu . Observó que el sabor del dashi (caldo) de kombu era distinto de los sabores dulce, ácido, amargo y salado; y lo denominó umami.” (Fuente Wikipedia)

Aceites hidrogenados o fraccionados: el proceso de fraccionamiento toma aceites de palma o mazorca de palma y los calientan para luego enfriarlos tan rápido que los fracciona. Al ser fraccionados se separan las partes líquidas de las sólidas, dejando solamente la parte con más grasas nocivas concentradas para el consumo humano. De manera similar, los aceites hidrogenados son el resultado de calentar aceites sanos (de coco, palma, grano, maíz o canola) hasta mil grados centígrados para convertirlos en preservativos. Consumirlos es comparable a consumir un plástico líquido. Existe una gran campaña en contra del aceite de palma que se utiliza en alternativa a la mantequilla para los preparados de bollería industrial. El aceite de palma no es realmente bajo la lupa sino la forma de procesarlo con las técnicas de fraccionamiento e hidrogenación. Aquellos bollos tan rico del super se compran en pocos segundos, preparar un bizcocho en casa aunque sea con mantequilla es mucho más saludable. Solo hace falta tiempo y un horno.

Maíz: Hoy en día la mayor parte del maíz ha sido alterado genéticamente. Cualquier producto de maíz (aceites, almidón, dextrosa) podría causar cáncer, inflamación y enfermedades cardíacas. Contiene niveles muy altos de omega seis. Seguro que la publicidad de las grandes multinacionales nos han convencido que los ácidos omega seis son algo bueno para nuestra salud, incluso se ha creado leche enriquecida de estos ácidos insaturados generando un monstruo alimentario.

“Los ácidos grasos del tipo ω-6 son ácidos grasos insaturados por tener enlaces dobles en sus cadenas, tienen la peculiaridad de tener el primer enlace doble en el carbono de la posición 6, contando los carbonos desde el final de la cadena del ácido graso. En comparación, los ω-3 tienen su primer doble enlace en el carbono 3, y los ω-9, en el noveno carbono. Las funciones metabólicas que aprovechan a los ácidos grasos, las prefieren de cadena larga, de modo que los ω-6, de 18 carbonos y un enlace simple, son elongados a cadenas de 20 carbonos y cuatro enlaces doble (ácido araquidónico, precursor de los eicosanoides) y cadenas de 22 carbonos y seis enlaces dobles (ácido docosahexaenoico)” (Fuente Wikipedia)

Jarabe de maíz rico en fructuosa: Causa resistencia a insulina, diabetes, hipertensión y aumento de peso, y hoy en día está hecho de maíz genéticamente modificado.

Benzoato de sodio y potasio: El benzoato de sodio se convierte en un veneno cancerígeno cuando se combina con ácido ascórbico ya que causa un daño alarmante al ADN de células. De manera similar el benzoato de potasio aparece en alimentos “light” y dieteticos y es también letal.

Lecitina de Soya: Es uno de los ingredientes más usados en los alimentos procesados, y adicionalmente vendido como un suplemento alimenticio, está hecho de las sobras de proceso químico que separa la soya comestible de la lecitina. Contiene muchos pesticidas y solventes. Ademas la Soya es casi totalmente OMG. Esta y el maíz tienen una demanda que la agricultura tradicional no puede satisfacer.

Sorbato de Potasio (E-202): Parece ser que algo más del 20% de todos los alimentos producidos en el mundo se pierden por acción de microorganismos por ello se hace largo uso de conservantes en los procesos de fabricación de alimentos.
A pesar de que la industria alimenticia ha intentado defender este ingrediente, el hecho es que las pruebas han mostrado que es un cancerígeno y afecta los órganos reproductivos y no reproductivos. El sorbato de potasio es una sal de ácido sórbico que se utiliza como conservante en la mayoría de los alimentos, ya que inhibe el crecimiento de moho. Su uso es muy rentable para la industria alimentaria. Algunas pruebas han demonstrado que el sorbato de potasio es genotóxico para las células blancas de la sangre. Y no es todo ya que hay otro estudio que muestra que la combinación entre el sorbato de potasio y la vitamina C, que se encuentra en la mayoría de los alimentos, pueden causar mutagenicidad y actividad que daña el ADN. Este conservante puede causar urticaria, erupciones e irritaciones en la piel y los ojos.

Cloruro de Sodio: Sal artificial, que no tiene nada en común con la sal de mar. La sal de grano que ponemos en nuestras mesas es cloruro de sodio, y deberíamos evitarla. La industria decidió un día convertir la sal cristalina natural en simple cloruro sódico (la sal refinada de hoy), ya que los científicos de la época afirmaron que los demás elementos que contenía como los minerales esenciales y otros oligoelementos, eran innecesarios. Según ellos bastaba el cloruro sódico para salar los alimentos. Desde entonces cualquier parecido entre la sal que ahora consumimos y la sal natural es inexistente. De un alimento que era esencial y puro que nos proporcionaba todos los elementos necesarios para nuestra subsistencia se pasó a consumir un producto que es “veneno puro”, como bien saben los investigadores y médicos. A la toxicidad del cloruro sódico hay que añadir la del yodo y el flúor, minerales que hoy se agregan artificialmente a la sal.

Aspartame: Este edulcorante artificial se popularizó por su bajo contenido de calorías, sin embargo, se ha probado que causa cáncer.

Acesulfame-K: Un endulzante utilizado en alimentos procesado que se cree causa tumores en la tiroides.

Polisorbato 80: Debilita el sistema inmunológico y causa choques anafilácticos, también se ha asociado con problemas de fertilidad y cambios en los órganos reproductivos femeninos.

Aceite de canola: Un aceite industrial que se puede usar como repelente de insectos y para matar plantas y animales —no debería ser un ingrediente en nuestros alimentos, pero lo es. Eviten a toda costa alimentos con este ingrediente.

Hidroxianisol butilado y hidrozittoluene butilado: preservativos utilizados en muchos alimentos como cereales, goma de mascar, papas y aceites vegetales. Son oxidantes que forman compuestos cancerígenos en el cuerpo.

Galato de Propilo: Otro preservativo, lo podrán encontrar en caldos de pollo en polvo, carnes y gomas de mascar. Estudios sugieren que podría causar cáncer.

Algunos segundos a veces son muy valiosos para nuestra salud

El tiempo que debemos dedicar a visionar el etiquetado de los alimentos tiene que ser el más importante ejercicio de la compra. Mejor tardar 15 minutos más en hacer la compra que estar sentado 15 minutos más delante del Televisor.
Hoy en día el consumidor tiene la información adecuada. En cada etiqueta vamos a poder encontrar: Valor energético, grasas, grasas saturadas, hidratos de carbono, azúcares, proteínas y sal. Estos son los elementos que tendrán que declararse de forma obligatoria en España a partir de diciembre de 2016, según el Reglamento 1169/2011. Esta información debe aparecer en el mismo campo visual y deberá realizarse «por 100 g o por 100 ml», lo que permitirá la comparación entre productos.

Cuando la industria te engaña con las etiquetas…

Los fabricantes deben listar los ingredientes por orden de importancia, y no está bien visto que el azúcar figure en los puestos de cabeza, una técnica astuta es incluir distintos tipos de azúcar, de tal manera que reducen la cantidad de cada uno, logrando que estos ingredientes aparezcan más abajo en la lista. Por ejemplo, para evitar que el azúcar aparezca como primer ingrediente en un bollo, el fabricante puede dividir los 15 gramos de azúcar que aporta en 5 gr de azúcar ‘normal’, 5 gr de jarabe de maíz y 5 gr de glucosa. Ahí los tienes, 15 gr de azúcares pero menos visibles.

La industria sabe que cuanta más azúcar utilice más aumentan las ventas, de ahí que haga todo lo posible por seguir utilizando cantidades importantes, con la engañosa técnica de darle múltiples nombres para hacerla menos visible: fructosa, dextrosa, glucosa, lactosa, galactosa (casi cualquier cosa terminada en -osa es azúcar), maltodextrina, melaza, jarabe de maíz, jarabe de maíz de alta fructosa, azúcar pulverizada, maíz dulce, azúcar invertida, jarabe de arce, almíbar, jugo de caña… cualquiera de estos nombres es en fin azúcar.

La gran estafa de la pirámide alimentaria

La pirámide alimentaria o pirámide nutricional es un gráfico diseñado con el fin de indicar en forma simple cuáles son los alimentos que son necesarios en la dieta, y en qué cantidad deben consumirse para lograr una dieta sana y balanceada. Lo que dice es esencialmente que en la base de nuestra alimentación deberían estar presente los cereales y sus derivados. Hay una gran discrepancia sobre el hecho que sea realmente bueno consumir tantos cereales integrales, muchos nutricionistas no siguen estas pautas prefiriendo verduras y legumbres. Ademas la producción de cereales es un autentica bomba a relojería para nuestro planeta, ya que para su producción es necesarios quemar demasiados recursos. La mayoría de los cereales hoy en día es de origen OGM con todo lo que conlleva. Pero claro hay mucha desinformación. Y esta desinformación es promovida por los millones de dólares de marketing que invierten las empresas de alimentación para vender sus productos. Ademas los propios gobiernos siguen basando sus recomendaciones sobre nutrición en ciencia errónea y anticuada, presionados por las lobbies de la industria alimentaria.
Yo no soy un nutricionista y mis consejos no son validos, ni científicos, pero es evidente que los cereales son algo que por millones de años el ser humano no ha consumido. En nuestra primera etapa evolutiva eramos cazadores y recolectores (grupo 0) y nuestros alimentos estaban basado en la caza y algún que otro producto silvestre, solo en una segunda fase hemos sentado las bases de la agricultura (Grupo A) e introducido otros alimentos, las grandes catástrofes de la tierra nos han hecho migrar y algunos de nosotros se han dedicado al pastoreo (grupo B) y aprendido a ordeñar vacas y otros animales e introducir los productos elaborados de la leche. La dieta del grupo de Sangre de Dr. Peter d’Adamo y la del italiano Dr. Mozzi se basa sobre estos conceptos tan sencillos, los mismo que la paleo-dieta. No me quiero decantar por ninguna de estas teorías, pero una cosa es segura, hay determinados alimentos que actúan de forma perjudicial dependiendo de muchos factores y hay que tratar de no dejarse engañar por las etiquetas y dejar de comer alimentos procesados. Tiempo hay de sobra, para comer, para elegir los mejores productos frescos, para dejar de acudir a las ofertas que al fin no son tales. Más tiempo, mejor salud, meno dinero y por supuesto calidad de vida.

 

Hacer deporte… Si se puede

Si pesas menos vas a tener más ganas y mejores resultados en hacer deporte. Ya no vais a tener estas sesiones frustrantes de running donde los abuelos te pasan como si fueran cohetes. He cerrado este mes con algo más de 1000 km entre bicicleta de carretera, bicicleta de montaña, running y paseos. Esto es bueno, si, pero esto es sobretodo sano. El downshifting te da más tiempo ¿Porque no usarlo para hacer deporte? Mi aspecto ha cambiado, mi forma de ver la vida ha cambiado, mi forma de relacionarme con lo demas ha cambiado. Esto porque tengo mas tiempo para hacer deporte y alimentarme de forma inteligente. Nada de comida basura, nada de pre-cocinados, mas tiempo para preparar mis proprios manjares. Tiempo para vivir…

Sobre Vacunas y polémicas: «La industria farmacéutica es crimen organizado»

UPDATE 2021: En el tema de la vacuna COVID-19 sin ningún titubeo estoy a favor de ella. No quiero que este post genere dudas al respecto. La duda viene sobre como se ha gestionado todo esto a nivel político. Llama mucho la atención de como se han gestionado estos contratos y hay cosas pocos claras que llaman mucho la atención.

En estos días en mi país (Italia) existe una polémica muy fuerte sobre el tema de las vacunas y de lo que es o no es admisible en tema de salud. La verdad es que internet pone a disposición de todos mucha información y a veces es sencillo caer en el error ya que la fiabilidad de lo que se encuentra en la red es muy baja. Pero la gente tiene un poder y este poder le hace pensar y opinar. Una cosa es segura: las vacunas son un gran negocio para las multinacionales farmacéuticas,  una gran partida de ingresos y ninguna de las big five del negocio ha decidido hacer un beau gest y decir “nosotros la vacuna la regalamos” prefieren seguir cobrando y presionando, haciendo lobby para que los gobiernos siempre más corruptos adopten medidas drásticas imponiendo por ley, como esta pasando en Italia, la barbaridad de 12 vacunas.

¿Pero que es la profesión medica? Tengo mucho respeto para esta profesión pero también respeto las opiniones de filósofos como Ivan Illich que tienen una posición muy radical al respeto.

“La profesión médica se ha convertido en una amenaza importante para la salud. El efecto incapacitante de la gestión profesional de la medicina ha alcanzado proporciones epidémicas. El nombre de esta nueva epidemia, iatrogenia, proviene de iatros, el equivalente griego de ‘doctor’, y Génesis, que significa ‘origen’…. Los periódicos no hacen más que hablar de las respuestas ambiguas de la medicina: los pioneros de los llamados logros de ayer advierten a sus pacientes sobre los peligros relacionados con las curas milagrosas que acaban de ser inventadas. Los políticos que ya se ha señalado que el modelo de medicina social escandinavo, Inglés o Soviético se avergüenzan de los acontecimientos recientes que muestran que sus sistemas preferidos son muy eficientes en la producción de la misma clase de ayuda que produce la medicina capitalista. La medicina moderna se encuentra una crisis de confianza.” (Nemesi Medica, Ivan Illich)

Vacunas las justas es un libro de Miguel Jara que explica cómo funciona el marketing del miedo, explica con detalle los que considera “pelotazos” de la vacuna contra el papiloma humano y la gripe A, desvela los conflictos de intereses de algunos de los profesionales que las defienden y denuncia casos de niños que murieron tras recibir una vacuna.

Las vacunas son un buen invento y las vacunaciones comenzaron hace más de 200 años siendo un éxito. Con el tiempo y sobre todo en los últimos lustros la vertiente del negocio ha ido imponiéndose al concepto de bien social. La mercantilización de la salud (y de las vacunas) conlleva graves problemas sanitarios y esto hay que criticarlo y proponer soluciones. Cuando algo que comienza bien se tuerce lo inteligente es rectificarlo. Por diversas razones es cierto que en el mundo occidental existe un porcentaje de personas cada vez mayor que usan menos las vacunas. Suelen ser de estamentos medios y altos de la sociedad y tener buena información.”

Internet y las redes sociales amplifican siempre los enfrentamientos. Pasa eso con cantidad de argumentos de los pro y contras mas absurdos. La superficialidad de las redes sociales y su sistema de like y compartir basura, hace experto a cualquiera. Internet ha generado grandes inventos como wikipedia pero en el otro lado ha destrozado el periodismo de investigación. Ahora los artículos tienen que ser cortos e impactantes y da igual el contenido, lo que importa es que la gente haga un puto click.

Siempre según Jara: “Parece que la reacción de los defensores a ultranza de los sistemas de vacunaciones como están diseñados hoy (con todos sus fallos) han elegido la vía del insulto y la descalificación. Eso no ayuda a mejorar la situación y sí favorece a una industria de las vacunas que tiene muchos trapos sucios que esconder y que está encantada de que existan «guardianes de la fe» en las vacunas para que no se planteen cambios. La estrategia es pan para hoy y hambre para mañana.”
¿Existe una solución? Quizá usar la cabeza. Y sobre todo no buscar verdades absolutas en las redes sociales y pensar antes que compartir basura para no ser parte del problema y pasar a ser parte de la solución. Por razones que no os explico yo no he tomado partido sobre las decisiones de vacunar o no a mis hijos pero tengo una postura muy clara: vacuna, las justas. Encuentro absurdo tener que vacunar un bebe en contra solo un tipo de meningitis cuando realmente hay muchas más. El concepto de prevención lo tengo muy claro. Pero también tengo muy claro el concepto de negocio. Y las vacunas son un negocio.

Os recomiendo este post donde el medico danes Peter C. Gøtzsche declara rotundamente “Los pacientes deben darse cuenta de que prácticamente todo lo que un médico sabe sobre los medicamentos ha sido cuidadosamente preparado por la industria farmacéutica.” Siempre según el “La industria farmacéutica es crimen organizado”

 

Redes Sociales y crisis según Ivan Illich el gran precursor

El verano invita a leer más. No hay nada mejor que ponerse debajo de un árbol en un prado con un libro en la mano o en mi caso con un ebook. Últimamente he descubierto Ivan Illich autor muy citado por Serge Latouche ya que su obra ha sido de inspiración para mi libro “Downshifting, Decrecimiento y Empresa Des-estructurada”. Hoy me quedo con esta reflexión:

“El comportamiento mecánico de los seres humanos conectados a la electrónica corresponde a un deterioro de su bienestar y su dignidad, intolerable para la mayoría de ellos a largo plazo. Observaciones sobre los peligros de los ambientes programados electrónica-mente muestran que las personas se vuelven indolentes, impotente, narcisista y apolítica en ellos.”

Lo curioso es que esta frase es del 1988, cuando Internet era algo reservado a pocos y cuando no existían las redes sociales.

Hoy en día no se vive para vivir, sino que se vive para presumir. Hay incluso gente que consigue vivir del cuento de las redes sociales haciendo ver que su vida es un rotundo éxito aunque sea un fracaso emocional y espiritual. Nuestros hijos crecen sin valores, todo apariencia y esto es intolerable. Aparentar va a ser un antídoto para no vivir en la crisis. Mejor demonstrar éxito aunque el éxito no sea real. Entonce se busca la foto en el lugar exclusivo, poco importa si hemos ido allí en bus y no con chófer y limusina. Huyo de todos éxitos y huyo de la supuesta crisis que es en realidad un rotundo fracaso de valores. El hombre ya no esta en el centro de nada. Cuentan más los servidores de alguna empresa en medio del desierto que lo que nos pueda contar nuestros vecinos o nuestros mayores que han pasado de ser un activo a ser algo incomodo.

¿Pero que es la Crisis? Siempre siguiendo Illich

«Ya son manifiestos los síntomas de una crisis planetaria progresivamente acelerada. Por todos lados se ha buscado el porqué. Anticipo, por mi parte, la siguiente explicación: la crisis se arraiga en el fracaso de la empresa moderna, a saber, la sustitución del hombre por la máquina. El gran proyecto se ha metamorfoseado en un implacable proceso de servidumbre para el productor, y de intoxicación para el consumidor.» (de La convivencialidad, de Ivan Illich)

La empresa ha pasado de ser un eje vertebrador del desarrollo a ser un lugar donde se genera trabajo basura. Jóvenes cerrados en call center o en megas oficinas mal pagados y atados al escritorio, atados a la tarea. Donde no hay iniciativa y donde todo se decide en alguna parte en algún servidor remoto de alguna empresa que no paga impuestos pero genera pobreza y frustración destrozando la empresa local.

El señorío del hombre sobre la herramienta fue reemplazado por el señorío de la herramienta sobre el hombre. Es aquí donde es preciso saber reconocer el fracaso. Hace ya un centenar de años que tratamos de hacer trabajar a la máquina para el hombre y de educar al hombre para servir a la máquina. Ahora se descubre que la máquina no ‘marcha’, y que el hombre no podría conformarse a sus exigencias, convirtiéndose de por vida en su servidor. Durante un siglo, la humanidad se entregó a una experiencia fundada en la siguiente hipótesis: la herramienta puede sustituir al esclavo. Ahora bien, se ha puesto de manifiesto que, aplicada a estos propósitos, es la herramienta la que hace al hombre su esclavo.” (de La convivencialidad, Ivan Illich)

Yo entre otras cosas me ocupo de Big Data y Open Data, algún teórico de pacotilla llega a decir hoy que el Big Data va a permitir que sean las maquinas en tomar la mejor decisión para nosotros. Todo esto debido al gran conocimiento que van a tener gracias a la gran cantidades de datos que otras maquinas han generado. No soy un teórico de la conspiración pero esto se parece mucho a Terminator o Matrix. El hombre es único e imprevisible por esto la mayoría no hace justicia. El hecho que un determinado comportamiento favorece a 99% de personas no me da la certeza que me favorezca.

La ceguera cognitiva sigue y suma. ¡Ojo!