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Finalmente disponibile in Amazon mi ultimo libro: Dowshifting, Decrescita e Impresa Liquida

Non una semplice traduzione dal libro giá uscito 5 anni fa in Spagnolo. Una riedizione ampliata e aggiornata che dopo la pandemia ha trovato nuovi spunti e nuove materie di confronto.

Siamo in un ambiente instabile, per un po’ di tempo ci siamo divertiti. Ma le cose sono cambiate, dobbiamo passare dalla zona di comfort alla zona di inquietudine. Dobbiamo capire che ci sono nuovi paradigmi e nuovi modi di vedere le cose. Dobbiamo agire e smettere di lamentarci nel ricordo di quanto era bello prima, di quanto era comodo avere uno stipendio fisso a fine mese, di quanto era comodo comprare ciò che non potevamo permetterci, la crisi ci ha liberato da molte schiavitù e come diceva Einstein l’unica crisi è la crisi dell’incompetenza. Incompetenza lavorativa, etica e politica e fallimento del sistema inteso come «esisto, spendo e pretendo».

Essere liberi dalle buste paga significa rischiare, essere liberi dalle buste paga significa essere liberi di vivere la nostra vita nel modo che più ci piace e facendo ciò che ci piace. Al nostro ritmo e senza essere incanalati nei ritmi altrui.

La falsa sicurezza che il sistema ci offre serve a impedirci di pensare. La paura di fallire, di non riuscire ad andare avanti ci blocca. La paura è il più efficace inibitore del cambiamento. È per questo che non cambiamo.

«Il denaro è lo sterco del demonio», ma ne abbiamo bisogno per sentirci persone. Questo è assurdo. Paghiamo il prezzo della sicurezza perdendo parte del nostro cervello. 

Ma non vogliamo una vita frugale. Vogliamo sembrare non essere. Vogliamo che gli altri abbiano un’immagine di successo di noi. Perciò non viviamo realmente la nostra vita, cerchiamo continuamente di vivere la vita degli altri, compriamo, consumiamo senza alcun rispetto, senza alcuna logica.

“Un’opportunità significa essere disposti ad agire. Essere disposti ad agire significa essere disposti a correre un rischio. Essere disposti a rischiare significa essere disposti ad accogliere il cambiamento. (Michael Levine)”

Indice dei contenuti

  • 1 – Contro la pazzia 12
      • Downshifting ed equilibrio personale 13
      • La nuova rivoluzione non è collettiva, è individuale 14
      • Morire di fame… 15
      • Ma non siamo pazzi 15
      •   La grande invenzione dei Social 19
      • Il sottobosco “social” 25
      • Il talento non ci da da mangiare… la perseveranza sì 27
  • 2 – La crisi, un cómodo alibi sociale 29
      • Chi è stato vittima di tutto questo? 35
      • Vecchio a 40 anni 35
      • Europa e USA: siamo diversi 36
      • Dove usare il nostro talento… 39
  • 3 – Punto di svolta 40
      • Chi sono? 40
      • Qual è la mia filosofia di vita? 42
      • Perché sono arrivato qui? 42
      • Quali sono gli obiettivi più importanti della mia vita? 42
      • Quali sono le mie aspirazioni piú profonde? 43
      • Dove vado? 43
      • Che valori e principi mi guidano? 44
      • Cosa voglio conseguire? 44
      • In cosa credo? Quali sono i miei ideali? 44
      • Che ruolo voglio svolgere nella vita? 45
      • Quali fattori mi rendono irripetibile? 45
      • Cosa è decisivo per il mio successo personale? 45
      • Situazioni che generano un punto di svolta 46
      • Seneca e la visione stoica dell’imprenditorialità 47
  • 4 – Racconti per pensare 51
      • Un downshifting imposto 52
      • Un downshifting volontario 62
  • 5 – La mappa delle paure 68
      • Paura della povertá 68
      • Paura della solitudine 69
      • Paura della esclusione sociale 70
      • Paura dell’incertezza 70
      • Paura della paura 71
  • 6 – Capire la “impermanenza” (transitorietá) 76
      • La schiavitú dello stipendio 77
      • Un giorno il sistema scoppió… 77
      • La impermanenza (transitabilitá) 78
  • 7 – La Decrescita è la risposta? 81
      • Collettivizzare la rivoluzione 83
      • Vivere con meno (less is sexy) 84
      • Se la politica prendesse l’iniziativa 92
      • Nuove idee per le transazioni 93
      • Il Wir e le Criptovalute 94
      • Podemos e Movimento 5 Stelle 98
      • La societá é malata di crescita 99
      • Le regole il vero nemico della Frugalitá 105
      • Come le politiche dell’UE ci colpiscono 111
      • Che la «convivialità» ritorni 112
  • 8 – La grande menzogna della crescita sostenibile e il ricatto dei mercati 121
      • Se un peto sposta lo Spread 126
      • Malati di crescita 135
  • 9 – Downshifting in un mondo impermanente 140
      • Vivere per lavorare o lavorare per vivere? 141
      • Slow Movement un’idea italiana una prospettiva internazionale 143
      • Un appello ai giovani universitari 144
      • L’Anno sabbatico 146
      • Il Downshifting Manager 146
      • Into The Wild 148
      • Mappa strategica del Downshifting 152
      • Conto economico downshifting 154
      • Com’è la vita là fuori… 158
      • Invidia e falsita 159
      • Il giorno zero 160
      • Ricadute e perseveranza 162
      • Downshifting nutrizionale 163
      • Libri che ti cambiano la vita 165
      • Pochi secondi a volte possono essere molto preziosi per la nostra salute 173
      • Quando l’industria ci inganna con le etichette.. 175
      • La grande truffa della piramide alimentare 175
      • Fare sport… Yes We Can 176
  • 10 – La impresa liquida in mondo impermanente 178
      • Nuovi valori e nuove competenze 179
      • Cloud management 182
      • Il “mio posto di lavoro” non esiste 182
      • No company (la «no impresa») 183
      • Circondatevi di teste pensanti 184
      • Benessere 185
      • Lo shock del Futuro 186
      • La dichiarazione di Consulenza Artigiana 190
      • Un altro tipo di azienda è possibile 193
  • 11 – Strumenti per l’impresa liquida 196
      • Il viaggio inutile (storia vera) 197
      • Mobilitá nel lavoro 198
      • Quanto vale il nostro tempo 200
      • Uffici virtuali e Co-Working 201
      • Qualsiasi luogo è un buon posto per lavorare 203
      • Videoconferenze, web meeting e webinar: lo smart working in sintesi 206
      • Strumenti di collaborazione 212
      • Social Networks senza esserne schiavi 214
      • Twitter è uno strumento di business? 215
      • Software libero, più sicuro, più sostenibile 217
      • Tecnologia dell’informazione come servizio 220
      • Strumenti gratuiti per l’impresa liquida 223
  • 12 – Alcune teorie 226
      • Jerry Mander, el fin del capitalismo 226
      • La teoria di Keynes 228
      • Principio de Peter 231
      • La teoría del dare 233
      • Economia comportamentale 234
      • Teoria della crescita endogena 237
      • Teoria della selezione avversa 239
      • Teoria delle Reti 240
      • Economia delle piattaforme 243
      • Il Minimalismo “Less is More” 245
      • La ontologia del linguaggio 247
      • La teoria del denaro libero di Silvio Gesell 248
  • 13 – Conclusioni: Non finisce qui 249
      • Ringraziamenti 252
  • Bibliografía 252
  • Disponibile su Amazon in Kindle e Copertina Semirigida

Libro: 20 cose da sapere sul Data Management

C’è stato un tempo in cui abbiamo detto alle aziende che dovevano esaminare i loro dati: è nata la business intelligence. C’è stato un tempo in cui volevamo democratizzare l’uso dei dati: è nata la data-driven. Dopo un po’, ci siamo resi conto che grazie alla virtualizzazione e al cloud non era necessario spostare i dati, ed è nata la Data Virtualization. Alcune persone mi dicono che fondamentalmente non è cambiato nulla. Abbiamo una tecnologia straordinaria: cloud computing, questo ha cambiato molte cose.

Non siamo nella «trasformazione digitale», non si tratta di qualcosa che arriva e a cui bisogna adattarsi, ma é meglio parlare di «abitudine all’evoluzione digitale». Perché si tratta di un processo continuo, non di un evento isolato. Un processo che ha bisogno della Data Governance così come ha bisogno di altri aspetti legati ai dati (Data Quality, Data Analysing, Data Virtualisation, ecc.).

Siamo nell’era dei metadati. Se è vero che la Business Intelligence ha cristallizzato la strategia (passando dal «cosa» fare al «come» farlo), la Virtualizzazione dei dati ha liberato i dati dai legami fisici; la Data Governance concentrerà i suoi sforzi sui metadati. Non importa più quanti dati possiamo gestire e come li gestiamo. Dobbiamo sapere cosa ci dicono questi dati e chi decide cosa ci dicono. Senza Data Governance non c’è Data Management, questa è la visione di DAMA e io la condivido pienamente.

Mi occupo di gestione dei dati da alcuni anni e, sebbene esista un framework di riferimento importantissimo come il DmBok 2 di DAMA che utilizzo quotidianamente, ho pensato che sarebbe stato interessante sviluppare qualcosa di molto didattico per tutti coloro che si stanno avvicinando al mondo del Data Management. Potremmo dire che questo libro è una sorta di dizionario esteso per comprendere meglio questo affascinante mondo dei dati.

Ora più che mai i dati non sono un’opzione, sono il business!

Libro su Amazon

Hit Refresh, cuando la cultura de una organización es la base de su futuro

Hit Refresh habla sobre la transformación que está ocurriendo dentro de Microsoft y sobre la tecnología que pronto afectará a todas nuestras vidas: la llegada de la ola de tecnología más emocionante y disruptiva que ha experimentado la humanidad: inteligencia artificial, realidad mixta y computación cuántica.

Lo admito he crecido odiando Microsoft y todo lo que representaba. Se debía sobre todo por el hecho de tener en mi primeras etapas ordenadores de la competencia o que tuvieran una filosofía completamente diferente a la de Microsoft. Cuando hablo de aquellos tiempos acababa de nacer Windows y yo estaba perdido en lineas de codigos de ordenadores Amiga o Mac.

Desde una década he apostado por Linux para la productividad por diferentes razones, pero las cosas cambian y las empresas también. Bill Gates y Paul Allen han encendido una chispa hace muchos años, no eran mis ídolos ya que me decantaba más por Jay Miner y R.J. Mical y el ahora tan idolatrado Steve Jobs que en su dia salio de Apple para fundar Next (El cubo, ¿os suena?). Es la prehistoria de un chico que tenía un Z80 con CP/M. En los 90 he sido periodista de revistas de informática en mi país de origen Italia y llegué hasta en convertirme en persona no deseadas por los relaciones públicas de la casa de Seattle debido a mi extremismo en condenar las políticas proteccionista y sin escrúpulos de Microsoft.

Microsoft no es la que era…

Y lo digo con un afán super positivo. Si miramos su posicionamiento ahora y su cambio de cultura sobre todo después de la llegada de Satya Nadella entendemos muchas cosas. Nuevos productos, nuevas aperturas y sobre todo una nueva misión que se refleja perfectamente leyendo “Hit Refresh”, si aun no lo habéis hecho os recomiendo la lectura de este libro que aunque a algunos parezca un panfleto auto celebrativo para mi es de lo mejor que he leido ultimamente en tema empresarial. En mi pasado de consultor estratégico he estado alimentándome de cultura empresarial y valores auténticos. He mejorado como profesional y como ser humano teniendo la suerte de tener cerca mentores, colegas y sobre todo líderes que siempre se han creído que la “misión” no es algo que tiene que publicarse en algún lugar del despacho o en la web sino algo que guia la cultura de una empresa hacia el éxito.

Leyendo como Satya ha ido construyendo una nueva cultura en Microsoft me ha fascinado y me ha hecho entender porque veo la empresa de Seattle bajo una nueva perspectiva. Hablando de sus productos (que quizás habría que empezar a llamar servicios) no puedo no admirar la trayectoria imparable de SQL hoy líder absoluto de mercado o de Azure la apuesta tardía pero certera de Microsoft para la nube. Aquel consultor de estrategia que ha encontrado en la Business Intelligence la solución para pasar de “que hacer” a “como hacerlo” (es de Jack Trout, pero explica muy bien que es la BI) no puede no quedar atónito delante de la solución completa que hoy en día Microsoft propone con SQL, Analysis Services, Reporting Services, Integrations Services y sobre todo con el mejor front end posible para todo esto Power BI.

Microsoft abre al mundo Linux

Hace algunas semanas pude hablar amablemente con dos importantes product managers de Microsoft que se dedican a la versión Linux de SQL y esto igual os parece algo normal, pero no tenía nada de normal hasta muy poco. La nueva Microsoft colabora con Apple porque ha entendido que lo que importa es mejorar la experiencia del usuarios en cualquier dispositivo sin restricciones y sin compromisos. Ha entendido que el largo plazo y el rediseño de su misión pasa por no encerrarse y mirarse al ombligo. Una gran lección que hace de Satya un gran Ceo para la nueva etapa de Microsoft.

Quitando quizá algún episodio anecdótico de poco calado en término general cada página es apasionante y sobre todo resulta ser una confirmación de algo que venía mirando desde fuera como mero observador. Puedo decir que me gusta Microsoft aunque de momento no vaya a desarrollar PowerBI de forma nativa para Linux y me está forzando en usar máquinas Azure para mi cometido con los clientes (esto si, mi portatil sigue con Mint) pero no pierdo la esperanza de ver un cambio en el futuro. Una empresa que invierte en Minecraft, que se hace con Linkedin y que abre a todas las tecnologías para mejorar la experiencia del usuarios, una empresa que hace hackaton, que lanza mejoras semanales en PowerBI puede hacerlo todo.

La nueva misión

Si Paul Allen había entendido la importancia del hardware y Bill Gates la fuerza del software, Satya entiende que ahora la computación es algo distribuido y el nuevo horizonte es el potencial que los datos pueden desencadenar. De «Una computadora en cada escritorio y en cada casa (1977)” Microsoft se encuentra con una nueva misión “Una nube para todos en cada dispositivo (2016)”. Cloud First (la nube primero) es una nueva contraseña que se oye en todas las oficinas Microsoft del mundo.

“En el fondo, Hit Refresh se trata de nosotros los humanos y de la cualidad única que llamamos empatía, que será cada vez más valiosa en un mundo donde el torrente de tecnología interrumpirá el status quo como nunca antes».

El rey de la nube

Amazon ya no es el rey de la nube como siempre pasa a los “first mover”. Se encontró con un mercado cubriendo una exigencia interna, y aun así ha creado una demanda y un negocio fundamental, Google está poniendo todo su músculo en ello. Sin embargo, los clientes empresariales que se adentran cada vez más en la nube como la base de la transformación digital están viendo cada vez más la nube en múltiples dimensiones interdependientes: aplicaciones elegantes, potentes y modernas que gestionan la economía global; plataformas que proporcionan a las empresas una mayor flexibilidad, agilidad y seguridad de TI de lo que nunca se habían imaginado; e infraestructura central con niveles de rendimiento en alza y precios a la baja tan extremos que son difíciles de comprender. “Ninguna empresa de cloud en la Tierra se alinea más precisamente con ese nuevo modelo que Microsoft, y bajo la dirección de Nadella, ninguna empresa ha hecho y está haciendo más para seguir impulsando la POV centrada en el cliente y el potencial del cloud computing empresarial.” (cit. Forbes).

Las C de Ceo es Cultura

Esta frase de Satya me dejó impresionado, porque concordo plenamente que el Ceo es el guardián de la Cultura de una empresa. En el momento de tomar decisiones importante alguien dentro de la empresa tienes que preguntarse si las futuras acciones son accordes al alma y a la cultura de la empresa. Es algo que no podemos preguntar a los accionista. Hesse decía que no es lo mismo mirar un bosque como guardabosque, como propietario o como viandante. Se trata de muchos alberos pero hay quien vee madera, quien ve algo de proteger y quien simplemente disfruta paseando. El Ceo es el Guardabosque.

Cuando te concentras en la misión y la cultura dentro de una empresa, cuando te pones a reflexionar sobre lo que realmente quieres aportar a la sociedad empieza un recorrido lleno de insidias y de momentos de euforia mezclado con momentos de profunda amargura. Se trata de encontrar el equilibrio personal y meterlo a disposición de la organización. El leader es el primero que tiene que hacerlo para luego poder inspirar y guiar el resto de las personas de su entorno más próximo, para luego poco a poco accionar un despliegue importante hacia el resto de la organización. A veces algunos se resisten y tienen que abandonar la compañía otros se reconducen hacia el camino pero los más inquietos van a ser el motor del cambio. Decía un colega mio hace unos años “dejarme 15 personas inquietas dentro de una gran empresa y voy a poder reorientar toda la estrategia de una gran corporación”. Esto es cierto si ponemos la cultura a la base de todo y es lo que Microsoft está haciendo. Satya está cambiando la piel de esta grande empresa que ya no se mira con recelo sino más bien con admiración.

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